
Bibliografia: Giovanni Mascia. Affreschi per il papa Arte, fede e storia nel chiostro e nel convento di Toro, Campobasso 2008
Disegnati dagli alunni della scuola media.
Le illustrazioni (i disegni dei ragazzi e le foto di Gino Palladino) sono desunte da: Scuola Media di Toro, "Calendario 2000", Palladino editore, Campobasso 2000.

Segno tangibile della devozione al Santo di Montpellier, festeggiato con il tradizionale Convito, la messa solenne e la processione il 16 agosto, è la suggestiva porta di bronzo realizzata nel 2004 dallo scultore romano Piero Casentini su iniziativa dell’artista Michele Paternuosto con il contributo dei devoti.
Per saperne di più sulla cappella, il culto e il miracolo
Leggi Aspetti del Culto popolare di San Rocco a Toro
Leggi Aspetti del Culto popolare di San Rocco a Toro

III - Risalente al secolo XI è la chiesa parrocchiale del SS. Salvatore. Della struttura originaria non rimangono che alcuni elementi costituiti da due capitelli sormontati da figure di pesci nei tre spigoli. L’edificio fu ricostruito più volte a seguito di numerosi terremoti, quali quello del 1456 e quello del 1688. Fu distrutto completamente dal sisma del 26 luglio 1805; furono necessari diversi anni per la sua ricostruzione e per la riapertura al culto, avvenuta nel 1828. Del 1885 è la scalinata in pietra a due rampe semicircolari. Il campanile fu completato nel 1894.Danneggiata dal terremoto nel 1913, la chiesa fu riaperta dopo due anni. Gravemente lesionata, infine, dal terremoto di San Giuliano del 2002 è stata chiusa per oltre dieci anni e riaperta al culto il 23 agosto 2013.
All’interno si conserva una tavola di fine Cinquecento, collocata dietro l’altare maggiore, raffigurante la Madonna tra San Francesco e San Nicola, attribuita al pittore Giovan Vincenzo d’Onofrio detto il Forli, perché nativo del piccolo paese pentro Forli del Sannio. Di particolare rilevanza la scultura lignea della Madonna del Rosario, opera dello scultore Carmine Latessa, portata a termine nel 1719, anno dell’improvvisa morte del giovane artista oratinese, che fu allievo a Napoli di Giacomo Colombo.
Da segnalare, infine, il reperto di maggior pregio della chiesa: una stele funeraria in pietra co niscrizione romana risalente al terzo secolo, successivamente scavata e utilizzata come fonte battesimale, caratterizzata da bassorilievi raffiguranti scene di caccia con di animali in lotta tra loro.
IV - Nella piazza antistante la chiesa, un tempo detta Piazza della Chiesa e dal 1945 Piazza Luigi Alberto Trotta, è collocato il Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale inaugurato il 25 agosto 1920. Nel corso del secondo dopoguerra, alle quattro lapidi iniziali, contenente i nomi dei caduti della Grande Guerra, sono state affiancate le lapidi con i nomi dei caduti, militari e civili, della Seconda Guerra Mondiale.
V - Di rilevante interesse storico la casa della famiglia Trotta. La costruzione sorge nei pressi della chiesa madre, in Piazza Luigi Alberto Trotta, medaglia d’argento e di bronzo al valor militare. In memoria di Luigi Alberto Trotta dell’eroe caduto nel secondo conflitto mondiale, sulla facciata della storica dimora sono incastonati il busto e la lapide commemorativa, opere del famoso scultore Duilio Cambellotti.