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Cenni storici

toroLe origini di Toro risalgono intorno al Mille.
Nel 1092, con la donazione fatta da Roberto di Tristaino, signore di Limosano, il paese passò con tutte le pertinenze alla Abbazia di Santa Sofia di Benevento. Fino al 1785 la cittadina rimase centro ecclesiastico, governato degli abati beneventani (tra i quali i futuri papi Alessandro VI, Giulio II e Benedetto XIII), che assicurarono ai cittadini di Toro il privilegio di essere esentati dalle contribuzioni fiscali statali, appunto in quanto sudditi di Santa Sofia.
Dalla stessa abbazia, Toro ha derivato anche il Santo Patrono, [PDF]San Mercurio martire, le cui spoglie, oggi a Montevergine (Avellino) allora erano sepolte proprio sotto l’altare maggiore del tempio beneventano.
Grazie alla esenzione fiscale, Toro ha goduto nei secoli di un relativo benessere, tant’è che a tutto il Cinquecento rientrava nel gruppo dei dieci più popolosi centri abitati del Molise. 
Queste popolazioni vivono assai comodamente, perché occupate nell’agraria, e nella pastorale. Quivi i terreni notabilmente sono migliori". Lo scriveva Francesco Longano nel “Viaggio dell’Abate Longano nel Contado di Molise” del 1786. E precisava: "A tramontana di Gildone si trova Campo di Pietra, Toro, e S. Giovanni in Galdo. Hanno essi buone terre, buoni vini, e migliori formaggi. Ci allignerebbero gli uliveti, e le piante di gelsi. Ma le prime sono ristrette al bisogno de’ paesi, le altre non si conoscono”.
Purtroppo la peste del 1656 aveva decimato Toro, causandovi diverse centinaia di vittime e facendo piombare il paese in una crisi demografica e sociale dalla quale si riprendeva lentamente nel corso del Settecento. Tremendi anche i terremoto che più volte si sono abbattuti sull’abitato, causandovi lutti e distruzione: specialmente quello detto di sant’Anna del 26 luglio 1805, che distrusse il paese intero e fece circa 300 morti. 

Nel corso dell’Ottocento, così tragicamente cominciato, la fama di Toro, già viva nel Settecento grazie al rev. Adriano De Sanctis, si lega sempre più alla tradizione delle sue ottime scuole private. Rinomata, in particolare la scuola a livello liceale dell’avvocato Domenico Trotta (poi deputato al Parlamento di Napoli nel 1848 e primo Prefetto di Campobasso del Regno d’Italia nel 1860), scuola che attirava in paese studenti molisani e anche delle province limitrofe di Abruzzo, Puglia e Campania.
L'ascesa demografica che porterà Toro a registrare quasi 2800 abitanti ha una battuta di arresto con l'ondata migratoria transoceanica di fine Ottocento, che porterà i contadini di Toro a sbarcare a Buenos Aires, San Paolo del Brasile e New York. Dai toresi d'oltreoceano nasceranno celebrità mondiali come il chitarrista brasiliano Toquinho e il regista statunitense Steve Martino..